Israele sapeva! Israele sapeva? Il misterioso ordine IDF del 7 ottobre sconvolge l’opinione pubblica
Eugenio Cardi - Kulturjam
Un ordine IDF avrebbe sospeso le pattuglie al confine di Gaza prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Ignorati avvertimenti d’intelligence, applicata la Direttiva Hannibal. Crescono i sospetti su un possibile insabbiamento da parte dello Stato israeliano.
Lo “strano ordine” IDF del 7 Ottobre
Nuove testimonianze stanno emergendo che gettano un’ombra ancor più sinistra e pesante su quanto accaduto il 7 ottobre 2023: quella di un possibile fallimento deliberato e fortemente voluto o, quantomeno, di una negligenza gravissima da parte della leadership politica e militare israeliana.
Al centro di questa controversia c’è la testimonianza di Shalom Sheetrit, soldato israeliano della Brigata Golani, una delle unità più decorate dell’esercito israeliano. Le sue parole, pronunciate davanti alla Knesset nel luglio 2025, hanno scosso l’opinione pubblica israeliana e internazionale.
“Alle 5:20 del mattino improvvisamente arriva uno strano messaggio dal mio comandante di battaglione”, ha dichiarato Sheetrit davanti alla lobby dei riservisti della Knesset. “E quello che dice nella chiamata è qualcosa del genere: ‘Non so perché, ma è stato dato l’ordine: nessuna pattuglia al recinto fino alle nove del mattino'”.
Questo ordine, ricevuto la mattina del 7 ottobre 2023, sospendeva le pattuglie di routine lungo il confine con Gaza proprio nelle ore cruciali in cui Hamas stava preparando il suo attacco devastante. Sheetrit era di stanza al posto militare di Pega, vicino al kibbutz Be’eri, dove oltre 100 israeliani sarebbero stati uccisi nel corso della giornata.
Un mosaico di avvertimenti ignorati
L’indagine internazionale condotta attraverso fonti multiple e riportata da diversi quotidiani israeliani (le inchieste di Haaretz e di Yedioth Ahronoth) ha rivelato un quadro agghiacciante di avvertimenti sistematicamente ignorati:
L’Intelligence dell’Unità 8200
A settembre 2023, un ufficiale dell’Unità 8200, l’élite dell’intelligence militare israeliana specializzata in signal intelligence, aveva avvertito i superiori che Hamas stava preparando un’operazione di infiltrazione massiccia.
Il 19 settembre, meno di tre settimane prima dell’attacco, era stato prodotto un documento dettagliato che stimava che Hamas mirava a catturare 200-250 ostaggi – cifra che si sarebbe rivelata tragicamente precisa. La risposta dei superiori fu sprezzante: “Questo è uno scenario immaginario”. L’analista che aveva preparato il rapporto fu minacciata di corte marziale se avesse continuato a parlare di “sciocchezze” riguardo a un attacco di Hamas.
Le osservatrici del confine
Le giovani soldatesse dell’unità di osservazione 414, di stanza alla base di Nahal Oz, avevano ripetutamente segnalato attività sospette lungo il confine. Roni Lifshitz, 21 anni, aveva osservato “Gruppi di militanti di Hamas che sembravano unità di forze speciali perché erano tutti vestiti di nero” che guidavano a meno di 300 metri dal recinto, in una “pattuglia di combattimento”. In un’altra occasione aveva visto militanti utilizzare “un modello di un carro armato israeliano che avevano costruito per addestrarsi a rapire soldati”. Le sue segnalazioni furono sistematicamente ignorate.
L’avvertimento dell’Egitto
Secondo funzionari dell’intelligence egiziana, il Cairo aveva avvertito Israele giorni prima dell’attacco che “la situazione sarebbe esplosa presto, molto presto, e sarebbe stata cosa enorme”. L’avvertimento sarebbe stato trasmesso direttamente all’ufficio del primo ministro Netanyahu.
Michael McCaul, presidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti USA, ha confermato che “l’Egitto aveva avvertito gli israeliani tre giorni prima“. Tuttavia, il consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, ha categoricamente negato di aver ricevuto tali avvertimenti, definendoli “completamente falsi”.
Le decisioni fatali: riduzione delle forze
Due giorni prima del 7 ottobre, due compagnie di truppe della Brigata Commando dell’IDF, che erano state schierate al confine di Gaza durante il periodo festivo ebraico, furono inviate in Cisgiordania. Circa 100 soldati furono ridispiegati a Huwara, privando il confine di Gaza di forze specializzate proprio quando sarebbero state maggiormente necessarie.
L’unità 8200 fuori servizio
Un rapporto del broadcaster pubblico Kan ha rivelato che l’Unità 8200, vanto dell’intelligence israeliana, non era operativa al confine di Gaza la mattina del 7 ottobre a causa di una decisione presa due anni prima di ridurre il personale e interrompere le operazioni durante la notte e nei fine settimana.
La direttiva Hannibal
Documenti e testimonianze ottenute da Haaretz (quotidiano israeliano fondato nel 1919, pubblicato in lingua ebraica) rivelano che sembrerebbe che nel caso del 7 ottobre sia stato attivato il protocollo segreto della famigerata Direttiva Hannibal (che autorizza l’uso della forza per prevenire che soldati e civili israeliani vengano presi prigionieri) attraverso l’ordine emanato all’IDF, con lo scopo di impedire “a tutti i costi” il rapimento di civili o soldati israeliani, il che potrebbe aver portato alla morte di un gran numero di ostaggi israeliani, sostanzialmente colpiti dal cosiddetto “fuoco amico” (un soldato dell’IDF è ‘meglio morto che rapito’). Sembrerebbe infatti che almeno 14 civili israeliani siano rimasti uccisi dalla stessa IDF attraverso l’applicazione della Direttiva Hannibal.
Il silenzio assordante dello Stato di Israele
Nonostante la portata della tragedia, Israele ha rifiutato di lanciare qualsiasi indagine indipendente significativa. Le revisioni militari sono classificate, le testimonianze dei sopravvissuti come quella di Sheetrit vengono ignorate o soppresse, e le richieste di una commissione civile sono state accolte con il silenzio. L’implicazione è chiara: se Israele non avesse nulla da nascondere, non starebbe nascondendo tutto.
Le domande senza risposta sono macigni sulla credibilità del governo isareliano:
1. Perché le pattuglie furono sospese proprio nelle ore cruciali dell’attacco?
2. Chi diede l’ordine e sulla base di quale valutazione?
3. Perché tutti gli avvertimenti dell’intelligence furono sistematicamente ignorati
4. Come è possibile che il sistema di sicurezza più sofisticato del mondo sia stato colto completamente di sorpresa?
Senza una risposta chiara, documentata, dettagliata, , l’ombra dello “strano ordine” continuerà a offuscare non solo la memoria delle vittime, ma anche la credibilità già molto precaria di uno Stato attualmente guidato da un triumvirato di estremisti estremamente pericolosi non soltanto per la stabilità della Regione ma dell’intero Pianeta.
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