SIONISMO E NAZISMO

Pubblicato il 22 settembre 2025 alle ore 16:15

Alcuni settori, inclusi gruppi legati a reti paramassoniche o ad associazioni segrete interne al regime, riuscirono a sfuggire ai processi di Norimberga. Attraverso i cosiddetti ratline, vie di fuga organizzate in gran parte da settori della Chiesa e da apparati occidentali, molti ufficiali e intellettuali nazisti trovarono rifugio in America Latina, Medio Oriente e Stati Uniti. Parallelamente, nel dopoguerra, si stava formando il nucleo politico e militare che avrebbe fondato lo Stato di Israele nel 1948.

IL SIONISMO COME OMBRA DELLA MASSONERIA NAZISTA

Gli apparati occidentali, in particolare britannici e statunitensi, favorirono in vari modi la nascita di un governo sionista, sia per motivazioni morali legate all’Olocausto, sia per obiettivi strategici: il controllo del Mediterraneo orientale e delle risorse energetiche. È in questo crocevia che si possono ipotizzare contatti sotterranei: la conoscenza tecnica, militare e organizzativa dei reduci nazisti poteva risultare utile e in alcuni casi fu effettivamente integrata nei servizi segreti di nuova generazione, sia in Israele (Mossad e Haganah) che negli Stati Uniti (CIA). Il Ku Klux Klan, già radicato negli USA come società segreta con rituali di tipo paramassonico, rappresentava un’altra faccia di quella cultura di segregazione e dominio. Nonostante l’apparente contraddizione, un’organizzazione razzista antisemitica contrapposta al nascente Stato ebraico, entrambi condividevano l’uso di strumenti analoghi: reti clandestine, simbolismi iniziatici, violenza ritualizzata e l’ossessione per la “purezza” del gruppo di appartenenza. In tale quadro ipotetico, le connessioni non sarebbero dirette sul piano ideologico ma funzionali sul piano strategico: la Guerra Fredda creò convergenze tra apparati ex-nazisti, gruppi sionisti e strutture paramassoniche come il KKK, tutte cooptate in reti più ampie di intelligence e potere occulto. L’elemento comune resta l’uso di organizzazioni segrete per la gestione del consenso e del terrore.

  • Adolf Eichmann (1906–1962)Ufficiale delle SS, responsabile logistico della “soluzione finale”, catturato in Argentina nel 1960. Alcune ipotesi suggeriscono che la sua fuga fosse facilitata da reti clericali e paramassoniche; la sua conoscenza tecnica e organizzativa sarebbe potuta risultare preziosa per nuovi apparati statali o segreti.
  • Reinhard Gehlen (1902–1979)Generale nazista e capo dell’intelligence militare tedesca (Fremde Heere Ost), dopo la guerra fu integrato dalla CIA per raccogliere informazioni sull’URSS. Rappresenta un esempio concreto di come strutture ex-naziste venissero riassorbite nei nuovi giochi geopolitici, inclusi contatti indiretti con il Medio Oriente e Israele.
  • David Ben-Gurion (1886–1973)Primo Primo Ministro israeliano, architetto della creazione dello Stato di Israele. Sebbene non ci siano prove di contatti con nazisti, il suo governo impiegò spesso esperti militari e tecnici europei, alcuni dei quali ex ufficiali dell’Asse, per costruire le strutture di intelligence e difesa.
  • George Lincoln Rockwell (1918–1967)Fondatore del Partito Nazista Americano, vicino ad ambienti suprematisti e paramassonici. Il KKK e simili strutture potevano interagire indirettamente con reti internazionali di ex-nazisti attraverso incontri ideologici e scambi di informazioni su tattiche di propaganda e organizzazione clandestina.
  • Klaus Barbie (1913–1991)“Macellaio di Lione”, ufficiale delle SS, rifugiatosi in Bolivia con l’aiuto di reti clandestine. Esemplifica il percorso dei nazisti scampati, capaci di creare legami con circoli paramassonici e, indirettamente, con iniziative statali ebraiche per la formazione militare e logistica.

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