La stampa in vendita

Pubblicato il 20 agosto 2025 alle ore 14:34

La mancanza di volontà di fare giornalismo indipendente è uno dei drammi più profondi e silenziosi della nostra epoca. Un tempo l’informazione era considerata un baluardo di libertà, un argine contro il potere, un faro che illuminava le zone d’ombra.

La mancanza di volontà di fare giornalismo indipendente

Oggi invece, gran parte della stampa tradizionale si è piegata, soffocata dalle logiche politiche, dai finanziamenti pubblici, dalle esigenze delle lobby e dai vincoli subordinati alla politica imposti dall’Ordine dei Giornalisti, albo ormai sorpassato e senza più un vero senso oltre ad essere venduto al regime. La missione originaria — raccontare i fatti con coraggio e onestà — viene sacrificata in nome della convenienza, della carriera, della paura di essere esclusi da certi circuiti.

Il buio nella notizia

Il risultato è devastante: un’informazione addomesticata, piatta, incapace di toccare davvero i nervi scoperti del potere. Le notizie diventano comunicati mascherati, le inchieste si riducono a frammenti superficiali, la critica si spegne in un sussurro. Laddove servirebbero voci libere, troviamo solo silenzi compiacenti o analisi sterilizzate, a meno che non si tratti di “pornografia comunicativa” fatta esclusivamente dal bollettino giornaliero di femminicidi (ora sono il piatto ricco del loro guadagno), minori che accoltellano minori, drammi familiari di povertà periferiche… tutte cose da rotocalco pomeridiano firmato Rete4 o Italia 1, questo ormai è il giornalismo.

La mancanza di volontà… ma non tutti

Eppure, in mezzo a questo scenario soffocante, resistono pochi freelance. Uomini e donne che continuano a fare vera informazione. Sono spesso isolati, malpagati, ostacolati da burocrazia e discredito, soprattutto quando raccondano la verità sulle guerre o sugli intrighi economici che sono ormai il volto dell’umanità, non smettono di inseguire storie scomode, di scavare dove nessuno vuole guardare. Questi pochi rappresentano l’anima più autentica del giornalismo: rischiano la marginalità pur di non tradire la verità.

Combattere per la verità è combattere per la civiltà

La mancanza di volontà collettiva, però, resta. I più scelgono la comodità della linea editoriale dettata dall’alto, la protezione del sistema, la rassicurante mediocrità del “si può dire e si deve tacere”. È in questo vuoto che muore la speranza di un giornalismo libero. Senza il coraggio dei freelance, senza la dignità di chi non piega la schiena, l’informazione non è più servizio pubblico, ma spettacolo controllato. E una democrazia senza informazione indipendente non è altro che un’illusione fragile.

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