
Highest 2 Lowest, recensione: Denzel Washington, New York e il vibrante mix-tape di Spike Lee
Il regista parte dalla sua Brooklyn per re-interpretare Kurosawa. Il risultato? Una splendida e audace istantanea del pensiero artistico corrente. Su Apple TV+ dal 5 settembre.
Highest 2
Condizionale è d'obbligo: su carta potrebbe essere la rivisitazione americana di Anatomia di un rapimento diretto da Kurosawa. E sì, pure con un tono diverso, almeno fino a metà, la storyline è abbastanza simile (almeno il nocciolo). Tuttavia, per carattere e spessore, nonché per metrica e sonorità, Highest 2 Lowest è Spike Lee allo stato puro. Quindi, una re-interpretazione, una cover d'autore. L'elegia di un mix-tape urbano. Lo capiamo subito, fin dalla scena che apre il film: la camera volteggia sullo skyline di una fresca e mattutina New York, a metà tra Battery Park e il Ponte di Brooklyn.
La genialità
Sotto, come genio vuole, la citazione al musical Oklahoma!, con Gordon MacRae che gorgheggia Oh, What a Beautiful Mornin. Poi, per magia, poco sopra il famoso Jane's Carousel di Brooklyn, ecco comparire il titolo del film, scritto in blu e arancione. I colori dei NY Knicks; i colori che Lee si è praticamente tatuato addosso. Inizia così Highest 2 Lowest: una dichiarazione d'amore - l'ennesima - del regista a New York City (l'idealizzata Terra Promessa), guardandola però dall'altra parte dell'East River. Dunque, osservandola da casa, a pochi isolati da Fort Green, il suo quartier generale dal 1979. Un'immediata dichiarazione d'intenti che si concretizza in due, tesissime, ore.
marcatamente radicato nel presente, e se nel film di Kurosawa ToshirÅ Mifune era un imprenditore senza scrupoli che stava per acquistare la fabbrica di scarpe nel quale lavorava, adesso Kingo Gondo diventa David King, chiamato King David, stimato manager musicale - portando con sé l'epiteto di "orecchio migliore" - che di (s)vendere la sua etichetta proprio non ci sta. Ad interpretare King c'è un pazzesco (dov'è la novità?) Denzel Washington, che torna ad essere diretto da Spike Lee a vent'anni da Inside Man. King David, alle prese con un delicato investimento, viene però sconquassato da una telefonata: suo figlio Trey (Aubrey Joseph) è stato sequestrato. Il rapitore chiede un riscatto di 17.5 milioni di dollari. All'improvviso, però, Trey torna a casa: ad essere rapito, per sbaglio, è stato infatti il suo amico Kyle (Elijah Wright), il figlio di Paul (Jeffrey Wright), lo chauffeur di David. Che fare, quindi? Pagare o non pagare il riscatto?
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