L'ignobile Europa... di Sandro Ruotolo

Pubblicato il 17 luglio 2025 alle ore 14:58

L'ignobile Europa colpisce ancora. Nonostante Benjamin Netanyahu sia formalmente incriminato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, il Consiglio dell’Unione europea ha scelto ancora una volta di non agire.

L'ignobile Europa 

Ha deciso di non sospendere l’Accordo di associazione con Israele, ignorando mesi di massacri, fame e devastazione.
Quasi 58.000 civili uccisi, di cui 17.000 bambini. Gaza affamata, distrutta, isolata. Eppure, l’Unione europea continua a mantenere attivo un accordo commerciale che presuppone – nero su bianco – il rispetto dei diritti umani. E lo fa come se tutto questo fosse compatibile con i propri principi fondanti.

Non in nostro nome

Noi non ci stiamo. Nel governo israeliano siedono ministri che parlano apertamente di “Grande Israele”, che mirano a cacciare i palestinesi dalla Striscia di Gaza.
Una strategia cinica e violenta che prevede lo spostamento forzato della popolazione in campi sigillati. E noi? Parliamo, discutiamo, denunciamo. Ma quando arriva il momento di decidere, si sceglie sempre di non intervenire. Di non sospendere. Di non disturbare.

Il crimine di tacere

Questo non è equilibrio: è tacere anche davanti a Netanyahu, tollerando crimini di guerra, assedi e deportazione. L'Europa è sempre stata considerata la culla della civiltà. Oggi lo è sempre meno. E in Italia? Giorgia Meloni, impegnata a coltivare l’amicizia con Donald Trump, resta in silenzio. Davanti ai crimini di guerra, alla fame usata come arma, agli aiuti umanitari bloccati, non prende posizione e non agisce.

L'ignobile Europa e il suo silenzio 

Un silenzio che non è neutralità: è complicità.
Che altro dobbiamo aspettare? Quante stragi ancora? Quanti bambini senza cure, senza casa, senza futuro?
E soprattutto: cosa stiamo aspettando per riconoscere lo Stato di Palestina?

Sospendere l’accordo con Israele è un atto di giustizia.
È coerenza con il diritto internazionale, con i valori su cui si fonda l’Unione europea.
L’Europa non può continuare a restare a guardare.

Noi non saremo complici.

Noi ci batteremo perché l’Europa scelga di schierarsi dalla parte giusta: due popoli, due Stati.

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