
Troviamo Trump, che fino a pochi mesi fa aveva cantato ai quattro venti la volontà di fermare tutte le guerre e che oggi invece, con la gioia dei molti, riceve la promessa di un assassino che lo candida al Nobel per la pace, mentre Donald inverte la rotta e promette di essere della partita dichiarando che le armi americane continueranno a servire l'Ucraina e Israele. Ma da dove parte tutta questa follia?
Riviera Gaza
Lo staff di Tony Blair, ex primo ministro del Regno Unito, avrebbe lavorato al progetto della “Gaza Riviera” ideato da Trump. Due membri dell’istituto dell’ex primo ministro del Regno Unito sarebbero stati coinvolti nell’iniziativa promossa dal Tycoon, che sui social aveva postato un video realizzato con l’Ai in cui immaginava la trasformazione della Striscia in un luogo di villeggiatura. Di questo ormai, non solo abbiamo le prove e chi finanzia per realizzarla, ma anche la stessa dichiarazione di Trump che afferma: "Gaza è la più grande operazione immobiliare della storia". Un mega resort grande come una città in cui mezzo mondo: Israele, Vaticano, Stati Uniti, Francia, Italia, Regno Unito, Russia ci mangeranno come non mai, per dirlo alla romana "A Quattro ganasce". Il Tony Blair Institute for Global Change sarebbe collegato al piano per la trasformazione della Striscia di Gaza, ispirato da Donald Trump e promosso con un video diffuso dallo stesso presidente statunitense sui social. L’idea, sviluppata da imprenditori israeliani insieme alla Boston Consulting Group, immagina una “Trump Riviera” affacciata sul Mediterraneo e un polo tecnologico associato al nome di Elon Musk, sulla base di modelli economici americani e con l’obiettivo di attrarre investimenti e turismo internazionali. Tutti hanno una motivazione fortissima per affacciarsi a questo mercato e per fare tutto ciò, bisogna indiscriminatamente appoggiare l'operazione degli israeliani: i palestinesi devono essere estirpati da quel territorio e con loro le resistenze armate islamiche per poter mettere in sicurezza il nuovo Resort Gaza.
La nuova follia del capitalismo
Gaza Economic Blueprint: questo è il nome del file che racchiude tutti i piani per arrivare alla definitiva realizzazione di una follia capitalistica senza misure. A febbraio 2025 era stato lo stesso Trump a rilanciare l’idea con un video generato con intelligenza artificiale, proponendo Gaza come una "Riviera del Medio Oriente, magnifica e promettente". L'unione tra Israele, il suo assassino al governo e Donald Trump è consolidata dagli interventi tempestivi degli Stati Uniti nell'operazione contro l'Iran, il problema è che Trump deve aver promesso qualcosa di veramente importante al governo iraniano, la guerra è durata un attimo senza vinti e vincitori ma, la storia ci insegna, che molte operazioni parallele servono soltanto a far distogliere lo sguardo dall'elemento principale che in questo case è: il genocidio del popolo palestinese, la distruzione totale di Gaza, l'allontanamento delle resistenze islamiche, l'estirpazione degli ultimi superstiti palestinesi e la ricostruzione di un territorio che svilupperà una ricchezza incalcolabile per buona parte dei paesi occidentali.
La candidatura al Nobel
La candidatura ha della follia programmata, Trump gioca sulla definizione di Nobel per la pace accostandolo a quello ricevuto dal guerrafondaio Obama che, nella sua legislatura bizzarra, vinse il nome per la pace avendo comunque condotto gli Stati Uniti a foraggiare e a combattere un numero imprecisato di guerre e guerricciole. Netanyahu è seduto di fronte al Clown Trump, porgendogli la documentazione per candidarlo al Nobel. La politica di Trump non è virata verso i genocidi o le guerre e che non abbiamo ascoltato quello che c'era da ascoltare. Verissimo, aveva promesso che avrebbe dato un colpo di spugna alle guerre e tutti abbiamo pensato ad una strategia politica e mediatica, invece no! Quello che Trump proclamava era impossessarsi delle democrazie altrui e definire gli Stati Uniti come unico oppressore possibile, per poter controllare e governare tutto il territorio occidentale e parte di quello medio orientale. La candidatura al Nobel è un atto provocatorio di dubbio gusto, un gioco infame tra due personaggi che tentano di determinare gli aspetti globali. "Se Obama ha vinto il Nobel perché io non posso vincerlo?". Ma di fronte a tutta questa ignobile messa in scena dove sono i leader europei? Dov'è la poverella Meloni che gridava al sovranismo? Dov'è il terrorista Macron che tanto gridava all'unità d'Europa attraverso un esercito indipendente? Dov'è la boria britannica che giace come una balena spiaggiata sotto i colpi degli Stati Uniti? Sappiamo che alla Cina non interessa tutto questo incasinamento dei dazi, Trump sa bene che ha poco fiato contro la Cina visto che la Nazione del dragone possiede il debito americano, quindi, per dirlo sempre alla romana, Trump pensava di aver preso la mucca per le zinne invece ha preso il toro per le palle... e sa benissimo che, al solo grido resistiamo agli USA, il miliardo quattrocento cinquanta milioni di cinesi faranno vedere i sorci verdi ad un popolo, quello statunitense, che di grosso ha soltanto una cosa: il debito internazionale... da qui le esigenze nei nuovi orizzonti espansionistici di Donald Duck Trump.
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