
E' morto Bergoglio... inizia l'era Bergoglio! Sembra un paradosso ma in realtà è ciò che il Papa ha pensato da vivo: mettere una mano sul domani, sul dopo lui, nella Chiesa 3.0. Ci si incammina verso il conclave del 10 maggio con 135 cardinali votanti di cui l'85% nominati proprio da Bergoglio. Il momento più oscuro nella vita della Chiesa, la sede vacante, sarà riempita da ombre e accordi segreti, favoriti e nomine da bruciare... mi fa pensare ad una psichedelica intervista allo Spirito Santo: "Signor Santo Spirito che ne pensa del conclave?" - "Nulla quando arrivo hanno già fatto tutto loro". Questa volta non si tratta di cercare qualcuno da manovrare ma qualcuno che possa manovrare... ma manovrare cosa? L'eredità l'asciata da Bergoglio parla da sé: la Chiesa è un cantiere a cielo aperto, in cui le ruspe della ditta Bergoglio, hanno portato alla luce manufatti sepolti dalla propaganda: omosessualità, divorzi, ruolo delle donne e compagnia cantando. Bergoglio ha scoperchiato il sepolcro e ne sono uscite necessità e verità. Ma per far digerire tutto ciò al ramo conservatore della Chiesa ci vuole un miracolo vero, proprio come quelli che fa lo Spirito Santo. Sappiamo che la Congregazione Episcopale Africana è totalmente contraria al documento vaticano che si ispira alla benedizione delle coppie gay, attenzione non ho detto matrimoni ma benedizioni, di fatto è come dire: che Dio vi aiuti e siamo contenti per voi. Parlo di quella Congregazione che permette lo stupro sistematico di bambine all'interno delle proprie Diocesi e che si permette poi di giudicare i gay: sporchi. E' estremamente complicato far digerire questa novità agli africani ma mai quanto lo è per la Congregazione Episcopale Statunitense, forse una delle più pedofile della storia cattolica, proprio quella che ha dato i natali apostolici al cardinale Law capace di insabbiare più di 2000 atti pedofili soltanto nella Diocesi di Boston. Quindi, riuscire a far manovrare il nuovo Papa bergogliano, in un campo minato di questa portata è estremamente complicato. Ma torniamo al conclave, 135 porporati di gran lusso siederanno nella maestosità della Cappella Sistina. Avranno a disposizione tutto il tempo che vogliono per indicare il successore di Francesco. Muoveranno nomi e intenzioni... ah a proposito dimenticatevi Parolin o si creerebbe un vuoto istituzionale peggiore della Sede Vacante. In questo momento così delicato, si deve continuare a fare i conti con l'eredità lasciata da Bergoglio, quindi, tutta la Chiesa progressista a partire da quella tedesca per agganciarsi ai nostri rivoluzionari nordici, farà di tutto per non modificare nuovamente la costituzione vaticana a favore di un improbabile Papa conservatore. Per riuscire a fare tutto ciò è necessario avere un Papa capace di tenere a bada entrambi le parti... è consuetudine che non si può puntare ad avere un papato in fotocopia, a meno che non si tratti di sabotare le Sacre Scritture stesse (chi ha orecchie per intendere intenda). Ma allora chi sarà il nuovo Papa? E io che ne so! Mica so er mago Oronzo! Posso teorizzare però... se ci aspettiamo un grande nome, non sarà certo uno da figurine Panini con la divisa in ordine e un bel sorriso per i santini. Se dovessi fare un nome (ipotizzato s'intende---oppure no), penserei ad un Papa fortissimo dal punto di vista culturale, con un carisma robusto e una dialettica avanzata quindi, potrei dire: il cardinale Matteo Maria Zuppi Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: CEI per chi non fosse avvezzo. Zuppi non è propriamente un bergogliano al 100% ma è sicuramente un progressista ma, attenzione, Zuppi ha una cultura disarmante e una capacità di confronto e dialogo unici. Potrebbe essere la persona adatta a prendere per mano sia il ramo progressista della Chiesa sia il ramo conservatore, così da accompagnarli alla stabilizzazione del papato di Bergoglio. Ma anche in questo caso, sottrarre Zuppi dal ruolo di Presidente della CEI, porterebbe un vuoto istituzionale non semplice da gestire. Rimango però dell'idea che lui possa essere la giusta mano ma questo è possibile soltanto se al suo posto venga nominato uno altrettanto bravo a tenere la tela della CEI.
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